"Oltre Worms", il professor Longo: "La valorizzazione del patrimonio culturale serve anche a creare lavoro"

22/09/2022 | "Oltre Worms", il professor Longo: "La valorizzazione del patrimonio culturale serve anche a creare lavoro"

"Oltre Worms", il professor Longo: "La valorizzazione del patrimonio culturale serve anche a creare lavoro"

Una lunga esperienza accademica come docente, attualmente all'Università La Sapienza di Roma, ma anche come comunicatore che lo rende uno studioso del Medioevo al passo con i tempi.

Umberto Longo è una figura che oggi più che mai ha un suo peso nella formazione dei giovani e quindi del loro futuro. Conclusa la tre giorni dedicata al Convegno "Oltre Worms", si è trattenuto per fare un sintetico bilancio, ricordare la forza dei rapporti a sostegno della cultura e il motivo per cui è necessaria la conoscenza storica anche in prospettiva di entrare nel mondo del lavoro. C'è, infatti, sicuramente bisogno nella società di competenze e una migliore comunicazione del patrimonio culturale e storico dei territori.

Professor Longo, un bilancio del Convegno che ha portato all'Abbazia di Farfa tanti storici e studiosi…
Un bilancio fortemente positivo perché siamo partiti con la volontà di fare un esperimento che era quello di fare interagire storiografie e paradigmi interpretativi che da sempre sono a compartimenti stagni. Il Concordato di Worms che di norma è stato sempre posto in relazione con la lotta tra papato e impero, e poi la storia dei Comuni, quella delle Crociate e della formazione dei Regni.
Si tratta di temi storiografici che hanno avuto cronologie, parametri interpretativi e tradizioni storiografiche differenti. L'esperimento era quello di farli interagire e, in tal modo, cercare di vedere se si potessero trovare delle storiografie, delle cronologie condivise e delle possibilità di nuovi punti di vista che, incrociandosi, potessero dar vita a nuove proposte.

Una sua riflessione sul rapporto tra l'Abbazia di Farfa e la Salienza
E' sempre più stretto grazie alle benevolenza e lungimiranza del Padre Priore Gargiulo. Ormai sono un po' di anni che collaboriamo insieme. Abbiamo creato grazie anche all'Istituto Storico Italiano per il Medioevo la Collana Fonti e Studi farfensi presso la prestigiosa sede dell'Istituto storico. Una collana che rivalorizza e ripubblica le fonti dell'Abbazia di Farfa e promuove nuovi studi sullo stesso centro monastico benedettino.

Sono già usciti quattro volumi, due Atti di Convegni, un volume su una delle fonti più importanti dell'Abbazia che è la Constructio cioè la costruzione dell'Abbazia e la sua fondazione.
Inoltre La Sapienza è riuscita a istituire due assegni di ricerca per studiare le fonti di Farfa: un primo assegno ha riguardato lo studio delle fonti di Farfa nel basso Medioevo e il secondo assegno - in collaborazione con l'Institut de recherche et d'histoire des textes e il suo direttore François Bougard - sarà sulla digitalizzazione delle opere di Gregorio Da Catino.

Ma non finisce qui perché a breve faremo anche un convegno su Farfa nel Quattrocento, argomento assai poco frequentato perché il monachesimo sembra che non abbia storia nel basso medioevo e quindi, ci auguriamo che possa essere una iniziativa interessante visti anche i recenti restauri che hanno riguardato l'abbazia di Farfa nel XV secolo.

Che ruolo ha la storia medioevale nel processo di conoscenza e comprensione del presente?
Per me è il motivo per cui serve fare questo lavoro. Io infatti mi occupo anche di medievalismo che è la storia dell'idea di Medioevo e dunque del rapporto con il passato nel presente. Il presente ha bisogno della storia del passato per capire meglio se stesso.

Da questo punto di vista per un territorio, come ad esempio la Sabina, è fondamentale recuperare la propria storia per capire chi si è, da dove si proviene ma anche che cosa si vuole dal presente. Sicuramente è decisivo per i giovani perché la valorizzazione del patrimonio culturale serve anche a creare in maniera virtuosa delle opportunità di lavoro.

 

 

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