05/06/2022 | Abbazia di Farfa e Teatro Potlach: una collaborazione rivolta anche agli studenti del Liceo Rocci
Una realtà che vive da 46 anni e continua a credere nel valore della ricerca e dei giovani. E' il Teatro Potlach. Nel 1976 i due fondatori, il direttore Pino di Buduo e Daniela Regnoli, hanno scelto come sede Fara Sabina che nel tempo è divenuta meta di artisti, studiosi e ricercatori provenienti da tutto il mondo. Oggi siamo con Nathalie Mentha che entrata a far parte del gruppo nel 1979 e che ancor continua il suo lavoro di attrice, pedagoga e manager project.
Per molti anni il Potlach ha sviluppato soprattutto spettacoli itineranti attraversando piazze nazionali ed estere. Dal 2003 ha assunto un carattere di maggiore stabilità determinato dalla convenzione siglata con il Comune di Fara Sabina che gli ha affidato la gestione dei locali del teatro fino al 2026. Un traguardo sudato e raggiunto anche grazie al riconoscimento europeo ottenuto dall'Association des Centres Culturels de Rencontre di Parigi che li ha selezionati inserendoli in una prestigiosa rete di centri culturali europei. Dunque in questa cellula viva e creativa vivono due anime: quella del pastore itinerante e quella del contadino che cura ogni giorno il suo pezzo di terra.
Aspetto fondamentale e sempre presente nel loro lavoro è l'incontro con gli studenti di qualsiasi grado: dalle elementari, alle superiori fino all' Università. Attraverso i loro laboratori anche i giovani del territorio hanno fatto esperienza del teatro avvicinandosi al vero sapore della cultura, quella che sa uscire da un libro e diventare corpo, voce, espressione. Una testimonianza del loro lavoro con gli studenti è stata la rappresentazione finale del Laboratorio sul Purgatorio di Dante che il Potlach ha tenuto nei mesi scorsi al Liceo Lorenzo Rocci di Passo Corese. Un appuntamento che ha visto la presenza della dirigente scolastica Maria Desideri e del Priore dell'Abbazia di Farfa Dom Eugenio Gargiulo che a fine spettacolo ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto e, da ex dirigente scolastico e professore di Latino e Greco, ha invitato i giovani a capire la Divina Commedia per meglio conoscere le dinamiche che ci abitano, dentro e fuori di noi.
La nostra redazione ha incontrato l'esperta teatrale Nathalie Mentha che ha spiegato nel dettaglio il lavoro fatto con la classe IV AC del Liceo Classico e la dirigente scolastica Maria Desideri che ha illustrato l'importanza di questo tipo di progetti per la formazione dei discenti.
Signora Nathalie, come nasce il progetto su Dante?
In realtà ha una storia che risale al 2018. Devo fare un ulteriore passo indietro: con l'Abbazia farfense è nata una specie di tradizione: per ogni Festival che facciamo a giugno è previsto uno spettacolo anche a Farfa. Dunque con il Priore Don Eugenio Gargiulo parliamo e ci confrontiamo sulle possibili tematiche da affrontare e rappresentare. Un giorno, appunto nel 2018, durante un interessante dialogo con il Priore è uscito fuori il nostro interesse a fare un corso su Antigone e al contempo la possibilità di inserire il progetto nell'alternanza lavoro (PCTO). Sarebbe stato, infatti, interessante portare i ragazzi a recitare con attori professionisti nell'Abbazia che è sempre aperta a incontri e iniziative per gli studenti. Il lavoro era partito bene ma con il Covid si è fermato tutto. Tuttavia il seme è rimasto per dar vita, tra il 2021-2022 al progetto su Dante vista anche la recente celebrazione dei 700 anni dalla morte del sommo Poeta (1321). In accordo con la professoressa di Letteratura, che stava lavorando sul Purgatorio, abbiamo scelto questa Cantica.
Parliamo del vostro lavoro con i ragazzi, come si è svolto?
Insieme a Daniela Regnoli abbiamo creato due gruppi formati prevalentemente da ragazze. Il primo, seguito dalla collega, si è occupato dei testi danteschi e della loro recitazione. Il secondo, coordinato da me, si è dedicato alla scelta delle immagini e suoni. Gli studenti hanno scelto liberamente quale strada percorrere. Daniela Regnoli aveva fatto una precedente scrematura dividendo il Purgatorio in sei quadri e scegliendo gli episodi sui quali far concentrare i ragazzi. Il mio lavoro è stato di seguire la loro ricerca, avvenuta soprattutto attraverso internet che ci ha portato a porre attenzione sulla qualità delle immagini e su come si fa una ricerca digitale, in particolare sulla questione copyright. Inoltre tutti gli studenti hanno lavorato sui testi che avrebbero dovuto presentare il testo dantesco recitato. Questo lavoro è nato da un quesito: se portiamo il lavoro a Farfa non tutti potrebbero capire le terzine del grande Poeta e allora è necessario inserire un testo che possa essere capito da tutti.
Parliamo dello spazio scenico e dello spettacolo...
La rappresentazione si è svolta nella palestra dell'Istituto. Come ho già detto abbiamo lavorato su sei quadri quindi su sei scene.
Ogni scena cominciava con una musica. Lo spazio centrale era occupato da una sedia sulla quale sedevano le attrici che leggevano il testo dantesco. Ai lati della sedia, a circa cinque metri di distanza e in piedi, due attrici raggiungevano l'interprete seduta al centro per poi presentare il quadro. Nel frattempo la musica accompagnava i loro movimenti e terminava con un loro cenno. Dopo la presentazione iniziava la lettura di Dante. In alcuni casi abbiamo alternato l'ordine: iniziava la prima presentatrice, proseguiva la lettrice di Dante e concludeva la seconda presentatrice. In tutte le scene si mostrava l'immagine del quadro attraverso un tablet. I pezzi della presentazione li abbiamo preparati insieme alle ragazze adattandoli ai tempi che dovevano essere contenuti.
Perché questo contenimento dei tempi?
Premetto che nel nostro teatro il tempo della rappresentazione non è soltanto correlato al numero degli attori ma a un tempo che lasci un impatto emotivo nello spettatore. In questo caso abbiamo voluto mostrare una fase di lavoro piuttosto che un vero spettacolo. Ogni cellula doveva avere un tempo che non fosse troppo lungo ma tale da dare un suggerimento. Dunque offrire una curiosità in un tempo limitato. Soprattutto se il lavoro doveva diventare un film, nel caso di un aumento della pandemia.
Qual è l'obiettivo del progetto su Dante?
Il progetto nasce anche con l'idea di inserirlo nell'alternanza scuola-lavoro. Come già ho accennato ci sarebbe piaciuto portare gli allievi a lavorare nello spettacolo che si terrà all'Abbazia di Farfa l'11 e 12 giugno. Parlo al condizionale perché in quel periodo gran parte degli studenti non ci saranno e quindi rimandiamo questa "finalità" al prossimo anno. Quando parliamo di teatro, così come di tutta l'arte, intendiamo un mondo di lavoro con le sue regole da rispettare. Per esempio nel nostro spazio di lavoro è importante il silenzio per trovare la giusta concentrazione. Aspetto, quest'ultimo, necessario in qualsiasi altra attività lavorativa. Dunque alcune regole che fanno parte della comunicazione dell'attore sono alla base di qualsiasi mestiere. In tal senso è importante il rapporto di lavoro con gli attori professionisti per capire come entrare in un altro campo fatto di silenzio, attenzione e concentrazione.
Come hanno risposto gli studenti che hanno partecipato al laboratorio teatrale?
C'è stata una grande curiosità e partecipazione da parte di tutti. E' interessante vedere la differenza tra la relazione individuale e quella collettiva. Il lavoro diretto con ognuno di loro genera uno scambio più intimo e vero. Il gruppo è un'altra cosa ed ha logiche diverse che alla fine restituiscono l'armonica bellezza del lavoro corale. Sono stati tutti bravi e spero che questo lavoro sui testi di Dante abbia anche dei risvolti a livello scolastico perché affrontare un testo da diversi punti di vista può portare ad una maggiore comprensione. Ma su quest'ultimo aspetto ho appurato che gli insegnanti fanno un lavoro eccezionale.
A proposito di insegnanti, che tipo di cooperazione c'è stata con loro?
Un rapporto di collaborazione e di costante aggiornamento. In particolare con l'insegnante di Letteratura Italiana e tutor interno del corso PCTO Laura Bettinelli c'è stato un costante confronto su come stessero lavorando sul Purgatorio. Sempre presente alle nostre lezioni la responsabile del laboratorio di tecnologie Rita Desideri, che ci ha sempre supportato per qualsiasi necessità con i computer. Colgo l'occasione per porre un ringraziamento a tutti i docenti e alla dirigente scolastica Dott.ssa Maria Desideri che ci ha accolto, ascoltato e permesso di far conoscere ai giovani un modo diverso di osservare la realtà, trasformarla e comunicarla con strumenti che sono dentro e fuori di noi.
Ha menzionato lo spettacolo che si terrà all'Abbazia l'11 e 12 giugno, cosa vedremo?
E' ancora tutto in fase di elaborazione. A grandi linee posso dire che si tratta di un "percorso" che si svolgerà di sera all'interno dell'Abbazia dove lo spettatore scoprirà l'inferno, il Purgatorio e il Paradiso di Dante. Ci saranno atmosfere particolari sia con l'aiuto della tecnologia sia con il corpo e la voce degli attori. Ma la suggestione è data anche dallo stesso luogo che si presta ad essere un percorso nel quale scoprire la Commedia Divina. Da qui prenderà il via il nostro Festival di teatro che si concluderà il 26 giugno a Fara Sabina con l'evento, ispirato al libro di Italo Calvino, che ha fatto conoscere il Teatro Potlach in tutto il mondo "CITTA' INVISIBILI".
Siamo con la dirigente scolastica dell'Istituto "Lorenzo Rocci" Maria Desideri per capire l'importanza del laboratorio teatrale condotto dal Teatro Potlach in un periodo, peraltro, caratterizzato dal "peso" di una pandemia che non può dirsi conclusa.
Professoressa Desideri una sua riflessione sullo spettacolo portato in scena dai vostri studenti...
Come specificato dalla Tutor esterna che si è occupata dello svolgimento dell'attività, la Signora Nathalie Mentha, più che di uno spettacolo si è trattato di una "prima prova", per mostrare i risultati del lavoro svolto. Gli studenti hanno partecipato in maniera molto seria e responsabile. Traspariva in alcuni l'emozione e l'ansia di trovarsi per la prima volta davanti ad un pubblico, seppure ristretto. Il risultato più evidente è stato quello di riuscire a coinvolgere tutti gli studenti, anche i più timidi; del resto, fare teatro dovrebbe aiutare ad accrescere la sicurezza in sé stessi e questo è stato un primo passo.
Secondo lei questo tipo di lavoro teatrale sul Purgatorio dantesco ha una sua utilità anche per l'apprendimento del testo?
Indubbiamente è stato utile anche a questo scopo. Non a caso si è scelto il Purgatorio, che viene trattato di solito al quarto anno. Questa attività ha permesso agli studenti di avere una visione d'insieme del Purgatorio, che, corredata dalla ricerca delle immagini, ormai il veicolo più immediato ed efficace per l'apprendimento, ha sicuramente approfondito la conoscenza del testo. Inoltre, molte parti sono state "ridotte" e questo tipo di lavoro è utile per aiutare gli studenti nella comprensione delle diverse tipologie testuali e dei diversi generi letterari.
A proposito dell'inserimento del progetto teatrale del Potlach nel percorso alternanza scuola-lavoro che porterebbe gli studenti a lavorare con attori professionisti per la realizzazione di uno spettacolo all'Abbazia di Farfa, cosa ne pensa?
Penso che sarebbe un'ottima opportunità di apertura della scuola al territorio, di cui l'Abbazia di Farfa rappresenta senza dubbio uno dei luoghi più importanti. Inoltre, sarebbe la realizzazione tangibile, il prodotto finale di un percorso che ha visto impegnati gli studenti in orario extrascolastico, con sacrificio e responsabilità (la frequenza è stata assidua nonostante il Covid), e dunque per loro potrebbe essere fonte di "soddisfazione".
Come già puntualizzato nella premessa, il Covid ha colpito in termini di socializzazione soprattutto i giovani. Secondo lei che valore ha avuto per gli studenti vivere l'esperienza teatrale "insieme" senza la necessità di una connessione Wi-Fi?
Rispetto allo scorso anno scolastico la situazione pandemica ha permesso una frequenza in classe più assidua, ma sono rimaste delle limitazioni alla socializzazione di cui certamente i ragazzi hanno risentito. Vedo l'attività svolta dal Potlach come una piccola ma importante premessa al ritorno alla normalità.